Limiti congeniti del M5S


Non diremo quel che di Battista ha detto di Berlusconi, cioè, che quest'ultimo sia il "male assoluto". I canoni della assolutezza non possono riguardare le nefandezze e le contingenze delle nostre misere vicende politiche. L'assolutezza va tirata in ballo guardando ad orizzonti più ampi. Quindi, il M5S non è il male assoluto. Casomai, ai nostri giorni, il male assoluto può essere incarnato dal consumismo, elevato a religione globale. Unico contraccettivo dell'uomo moderno per esorcizzare la morte, scaricandola freneticamente sugli oggetti. O dal relativismo morale, per cui tutto è confutabile e sono scardinare continuamente anche le eterne architravi di qualsiasi società. Spirito religioso, patria, famiglia: via, tutto inutile. Tutto sacrificato sull'altare del progresso. O ancora, il male assoluto può cogliersi nell'individualismo imperante: non riusciamo più a concepire una dimensione di vita che sia collettiva, aggregante. Possiamo però osare l'imprudenza di ritenere il M5S MALE RELATIVO. Sembra, infatti, che almeno due dei cancri sociali esposti, possano rinvenirsi, depotenziati e proporzionati a livello della politica italiana, nel movimento grillino. La "politica dei due forni" adottata da di Maio non è forse riproposizione locale del relativismo morale? La possibilità di stare con tutti e con nessuno, di essere sia carne che pesce e nè carne nè pesce. L'inesistenza di convinzioni morali. L'apertura indifferenziata nei confronti di PD e Lega, partiti opposti, con programmi diversi. E non si creda alla storiella del "contratto di governo", rivisitazione democristiana di ciò che, da sempre, i grillini chiamarono inciucio. E, ancora, nella condotta infantile e prepotente di di Maio manifestata per tutto l'arco delle consultazioni, non è forse da scorgersi la più autentica concretizzazione dell'individualismo?
Assodato che il M5S sia il male relativo, occorre trovare una soluzione. E questa deve essere fornita dai pochi uomini che possono dirsi ancora in piedi in un mondo in rovine. Da quelli che al consumismo, al relativismo morale, all'individualismo, non cedono. Bisogna che questi uomini evitino l'errore dei 5stelle e si forniscano, quindi, di una stabile visione del mondo, di una struttura morale. È necessario, ma non sufficiente, che vi sia nello spirito di questa uomini una fiammella comunitaria. La fiammella deve essere alimentata, attraverso la militanza e la dedizione quotidiana, affinché diventi prima fiamma viva e poi divampi in fuoco. Solo se questi uomini si saranno costantemente allenati nella palestra della militanza e avranno rinvigorito lo spirito attorno al cerchio della Comunità, potranno formare il governo prossimo dei migliori. E costruire un argine serio e solido alla marea della politica improvvisata.
Redazione

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