Burocrazia nemico pubblico nr.1



I costi della burocrazia raggiungono i 33 miliardi di euro l’anno, portando ad una riduzione del profitto lordo delle imprese (con meno di 20 addetti) del 39%. Questo è quanto emerge dalla denuncia di Rete Imprese, basata sui dati di un’indagine dell’Università di Trento.

In una realtà in cui i più colpiti sono i ristoratori (11.000€ spesi in burocrazia) gli adempimenti più gravosi sono: quelli fiscali, la gestione delle paghe, i rapporti con gli uffici degli enti locali.

Si va dai 200 adempimenti imposti dall’Ufficio delle Dogane, per vendere online via Amazon, alle difficoltà nell’assunzione dei propri familiari per l’imprenditore, allo spesometro troppo lento sino agli indirizzi Pec della Pubblica Amministrazione malfunzionanti.

Nel rapporto 2016-2017 stilato dal World Economic Forum per l’onere della regolamentazione l’Italia si classifica al 136° posto (su 138), e ad oggi la situazione è rimasta immutata.
La burocrazia non pesa unicamente in termini di costi economici ma anche in termini di costo oppurtunità: l’imprenditore per assolvere pratiche burocratiche impiega ben 45 giorni, sottraendo lavoro all’attività produttiva, commerciale e all’innovazione.

Questa drammatica panoramica assume dei toni ancor più negativi se consideriamo la situazione italiana rispetto a una realtà globalizzata.

Nel report Doing business, pubblicato annualmente dalla Banca mondiale, è messa in risalto la lentezza della burocrazia in Italia rispetto i suoi principali competitor europei.
Un imprenditore italiano per costruire un edificio, in cui esercitare la propria attività produttiva, deve attendere mediamente 227 giorni la concessione edilizia.
Il suo “rivale” tedesco 126 giorni, quello inglese 86, avviando la produzione con largo anticipo.

Quello delle autorizzazioni non è l’unico problema. L’energia in Italia è più cara del 27% rispetto la media europea.
Solo una piccolissima percentuale delle imprese nazionali vende online, per l’arretratezza del nostro sistema digitale.
Altro aspetto sfavorevole è quello riguardante il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Questi sono saldati, in media, dopo 95 giorni. In Francia dopo 57 giorni e in Germania dopo 23.
Se un imprenditore si trova ad agire per vie legali per recuperare un credito, dovrà attendere, in media 7 anni.
Le tasse sono molto elevate e gli adempimenti legati al pagamento di queste sono il doppio rispetto Germania e Regno Unito.

In Italia si è sempre ricorso a una serie di piccoli provvedimenti, che non sono mai bastati a  colmare il gap internazionale.
Quindi la domanda da porsi è: perché in Italia non si avvia un radicale processo di sburocratizzazione?

Vittorio Messinese

 












Commenti

Post più popolari