I VACCINI
Polio, Vaiolo,
Difterite, Scarlattina: questi sono solo alcuni dei nomi delle malattie che
sono state debellate negli ultimi decenni, vittorie che hanno salvato la vita a
milioni e milioni di persone, soprattutto bambini, la fascia di popolazione più
vulnerabile.
La storia del
vaccino inizia con il vaiolo di mucca (da qui il nome “vaccino”), che uno
scienziato scoprì essere -paradossalmente- una cura per il vaiolo umano. I nati
fino agli anni ‘70-’80 hanno su di un braccio una piccola bruciatura a forma
ovale o rotonda: quello è il punto in cui sono stati soggetti all’iniezione
vaccinica, eseguita con una piccolo ago biforcato. Il segno residuo è una
cicatrice della bolla eritematosa e pruriginosa che segue l’inoculazione del
vaccino (iniettato in forma viva e virulenta), una manifestazione innocua e del
tutto normale dopo il trattamento.
Molto
semplicisticamente, il vaccino è una iniezione che consente al corpo umano di
sviluppare un meccanismo di difesa a degli agenti patogeni (virus, batteri);
ciò avviene a partire da virus o batteri che sono iniettati in forma
annichilata o molto indebolita nel corpo, in modo da non essere prolifici e per
poter essere facilmente “studiate” dal sistema immunitario. In tale modo, il
corpo umano adotta più strategie per eliminare questi patogeni- non patogeni,
finché non trova la strada adatta per raggiungere il suo scopo: in questo modo
il sistema immunitario sviluppa quella che si definisce una immunità, che può
essere permanente o transitoria a seconda del patogeno trattato (va da sé che
una immunità temporanea come quella per il tetano, dalla durata di alcuni mesi,
richiede diverse nuove iniezioni).
Il corpo umano, in
un certo senso, ha un album delle fotografie per ogni patogeno con cui è mai
venuto in contatto, così da poter rispondere adeguatamente nel momento di una
nuova esposizione ad esso.
Il vaccino è stato
notevolmente influente nella società post-bellica, un fattore determinante per
la crescita e il mantenimento del fattore demografico in tutto il mondo.
Nonostante ciò, i vaccini sono stati additati in passato come causa di malattie
genetiche come l’autismo; uno scienziato americano condusse uno studio in
merito a questa vicenda e concluse proprio che questa relazione vaccino-autismo
è incrementata molto da quando i vaccini sono diventati elemento base del
Sistema Sanitario di moltissimi Paesi.
La verità è però
un’altra; lo scienziato falsificò i dati dei suoi esperimenti per poter
manipolare la ricerca e non sfigurare davanti alla comunità scientifica, a cui
aveva assicurato che avrebbe dimostrato la sua tesi iniziale.
L’autismo è infatti
una malattia genetica legata al nostro DNA, molecola che solo in condizioni
estreme può subire mutazioni (temperature estreme sopra e sotto lo zero,
esposizione a radiazioni ionizzanti, eccetera), quindi non può scaturire da un
vaccino. E’ effettivamente vero che da quando ci sono i vaccini si
diagnosticano più spesso l’autismo e altre malattie, ma è anche vero che la
legge dei grandi numeri ci impone di tenere a mente come su un campione più
grande di popolazione, sia più facile diagnosticare in modo direttamente
proporzionale anche più malattie -per non parlare della diminuzione della
mortalità in ogni fascia d’età, altro fattore determinante-; vale il principio
“Diagnostichiamo più malattie perché siamo più accurati nel diagnosticarle”!
Oggi però l’utilità dei vaccini è di nuovo messa in discussione da movimenti di anti-vaccinisti e complottisti, da frange di ambientalisti che si improvvisano scienziati salvo poi ignorare i dati delle ricerche scientifiche che si portano alla loro attenzione (complice anche l’analfabetismo funzionale, dilagante ormai). Questi individui denunciano il “sistema” asserendo che esso è complice con le grandi case farmaceutiche, bollate come untrici e pestifere, il cui scopo è il controllo della popolazione e l’eliminazione selettiva di interi gruppi di persone.
Oggi però l’utilità dei vaccini è di nuovo messa in discussione da movimenti di anti-vaccinisti e complottisti, da frange di ambientalisti che si improvvisano scienziati salvo poi ignorare i dati delle ricerche scientifiche che si portano alla loro attenzione (complice anche l’analfabetismo funzionale, dilagante ormai). Questi individui denunciano il “sistema” asserendo che esso è complice con le grandi case farmaceutiche, bollate come untrici e pestifere, il cui scopo è il controllo della popolazione e l’eliminazione selettiva di interi gruppi di persone.
Queste teorie
trovano supporto in tesi al limite delle pseudo-scienze, ciarlatanerie di ogni
specie e dimostrazioni totalmente insensate; le teorie fisiche, matematiche e
mediche ufficiali e riconosciute universalmente vengono ogni giorno umiliate e
degradate con commenti e “teorie” pregne di ignoranza e fanatismo, ossessione.
In più, l’accesso ad Internet garantito quasi a tutti ha reso virali queste
teorie complottiste, facendo sì che gente in ogni parte del globo potesse
aderire alla “cultura - non cultura” degli anti-vaccinisti.
Un esempio
simpatico ma dimostrativo di come Internet sia potente ci è fornito da un Forum
americano in cui, circa due anni fa, un utente scrisse -ironicamente- “La
Finlandia non esiste”. La bufala sfuggì al controllo degli utenti del Forum e
divenne globale in poco tempo, convincendo molta gente che la Finlandia non
esistesse davvero… persino alcuni finlandesi ci credettero!
Le verità
scientifiche sono altre e dimostrano, invece, l’altissima efficacia e la
fondamentale importanza dei vaccini; queste “punturine” garantiscono non solo
la salute del singolo cittadino, ma di tutto il contesto sociale intorno a lui.
Una società in cui ogni cittadino è un muro, una barriera chimica contro
infezioni ed epidemie è una società sana, che può crescere serena e forte,
rigogliosa come una rosa senza afidi. Come in ogni muro, basta un solo mattone
poco stabile e posizionato male per poter compromettere la stabilità
dell’intera opera, anche se si sono adoperati i migliori mattoni e la migliore
calce.
Il ruolo quanto mai
importante, fondamentale, per ogni cittadino è quello di vaccinarsi e vaccinare
i propri figli proprio per un atto d’amore nei loro confronti: il pianto di un
bimbo per una puntura è l’assicurazione sulla vita più elementare ma
fondamentale che si possa fare in suo favore, per proteggerlo dalle patologie
più disparate.
Una società
vaccinata è una società forte e che risparmia, sul lungo andare, in termini di
economia nella sanità pubblica, proprio perché si operano spese preventive ben
più economiche di quelle che altrimenti si dovrebbero sostenere per un
contenimento di un contagio epidemico. Uno stato che risparmia, ancora, può
assicurare ai suoi cittadini dei beni e dei servizi sempre migliori, un tenore
di vita più alto e una aspettativa di vita oltre che maggiore in termini di
durata, anche migliore in termini di qualità.
Nessuno vorrebbe
mai scoprire da vicino cosa è il “polmone d’acciaio”, e nessuno deve più farne
esperienza infatti, grazie al vaccino per la Polio, una soluzione orale da
bere… come un bicchier d’acqua!
Si definisce
“immunità di branco” la protezione indiretta che si
ottiene quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione
finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato
direttamente l'immunità, ma lo scopo di una società forte e che vuole esserlo
ancor maggiormente non deve essere una “protezione passiva dei non vaccinati”:
lo scopo è essere, tutti, un muro, una protezione attiva e viva contro ogni
intrusione microbica. Il XXI secolo non ammette muri, ma questo, questo sì,
possiamo costruirlo e dobbiamo farlo in difesa della nostra società. E’ un atto
d’amore universale e dedicato a tutti: ai nostri padri, alle nostre madri, ai
nostri compagni, amici, fratelli.
Per i nostri figli.
Francesco Zippo
Commenti
Posta un commento