Il
turismo dovrebbe essere una cosa scontata in una città come Taranto, un asse
portante dell’economia ed un elemento fondamentale nell’ottica di insieme per
questa città, che storicamente non ha mai smesso di avere un ruolo chiave negli
eventi sociali, politici e commerciali dalla Magna Grecia ad oggi. Al contrario
però da quanto ci si aspetterebbe, il turismo a Taranto non vive e non respira,
segue picchi di massimi e minimi che non permettono ai commercianti, ed in
generale all’economia, di orientarsi ed adattarsi ad una nuova fonte di
proventi; improvvisamente si materializzano nelle strade del centro decine e
decine di turisti europei e non, poi il giorno dopo è tutto finito. Dove sono
finiti?
Il
turismo tarantino sembra in “toccata e fuga” più che un vero turismo concreto e
corposo; agli occhi dei turisti stessi l’immagine che arriva è appunto questa,
quella di una città inospitale, chiusa in se stessa e ostile a imparare a
comunicare col mondo extra italiano. La reticenza nell’imparare l’inglese,
anche nelle sue forme più spicciole, rende questa città lontana dell’Europa e
dal mondo del turismo: spesso i turisti vengono lasciati a se stessi, vittime
di traduzioni assenti o, laddove presenti, del tutto raffazzonate e maccheroniche.
Ultimamente però a questa città è stata offerta una nuova opportunità di
ripartenza, una occasione per rinnovare il suo splendore e riprendersi quella
larga fetta di turismo che, nel tempo, si è persa; parlo delle navi da
crociera.
Inizialmente
le navi da crociera hanno destato non poche perplessità, in relazione alle
dimensioni del porto locale, ma queste sono state prontamente fugate dalla
concretezza, dai fatti. Lunedì 15/05 la prima nave da crociera è arrivata nel
porto, col suo fare lento e silenzioso mentre faceva manovra verso terra,
aiutata dai Rimorchiatori. Qualcuno a terra aveva già però capito in anticipo
cosa avrebbero provato i turisti, arrivando in una città che loro credono
turistica ma che, del turismo, non sa proprio nulla da diverso tempo; il Liceo
Aristosseno, infatti, ha predisposto che i ragazzi dell’indirizzo Linguistico e
Linguistico ESABAC, in linea con i progetti di alternanza scuola-lavoro,
facessero da guide per i turisti appena tornati a terra, così da non farli
sentire “smarriti” come invece è spesso accaduto precedentemente.
Ogni
buon tarantino sa cosa è ogni giorno Taranto per un turista, anche perché è la
stessa realtà che egli vive in prima persona: i negozi del centro non si
accordano se essere tutti chiusi o aperti, strade scarsamente pulite, accattoni,
venditori abusivi e parcheggiatori abusivi. Forse la scena peggiore a cui abbia
mai assistito è proprio quella di un turista tedesco che, non capendo cosa gli
stesse chiedendo con tanto livore un nostro concittadino, ha chiesto il mio
aiuto supponendo lo potessi aiutare; il nostro “concittadino” era uno dei tanti
parcheggiatori abusivi e questi altro non faceva che cercare di spillare “na
cing eur” al malcapitato.
In
poche parole, la città deficita di una amministrazione rigorosa e seria,
presente sul territorio e concreta, tangibile in termini di sicurezza, celerità
nella risposta ai bisogni/disagi che si evolvono e sviluppano nel tempo e,
dulcis in fundo, in termini di capacità manageriali. La prossima
amministrazione locale dovrebbe rendersi capace di trasformare i “turisti per
caso” che giungono saltu-ariamente in città in “turisti fissi”, persone che una
volta tornate nelle loro case e nei loro quartieri in Germania, Francia,
Spagna, Inghilterra ecc., possano farsi portavoce della città di Taranto,
divenendo quel tipo di “ambasciatori onorari”, che altro non
sono pubblicità vivente, gratuita, imperitura; vincente, in una sola parola.
La
prima nave da crociera del 15/05 è stata una prova generale ben riuscita, tutto
sommato, grazie alle attività del Liceo Aristosseno e alle associazioni che
hanno collaborato per animare e colorare il Borgo Antico della città ,
salvandolo per qualche ora dal suo triste e grigio torpore, tipico di quei
luoghi quasi persi nel dimenticatoio. Ora però è finito il tempo delle mele,
abbiamo avuto tutto il tempo necessario e sufficiente per capire come
organizzare infrastrutture e servizi per rendere più piacevole il soggiorno al
prossimo gruppo di croceristi, il cui arrivo è previsto entro la fine di
Maggio.
Mentre
aspettiamo Godot, la nuova amministrazione locale, dobbiamo già operare come
singoli cittadini per rendere più appetibile questa città ai foreigners,
entrando nell’ottica in cui non si può far amare la nostra città ai turisti
quindi non si può invogliarli a ritornare se non siamo noi stessi locals i
primi fautori e amanti delle bellezze della nostra città . Troppe volte questioni
di varia natura ed entità hanno fiaccato gli animi tarantini, rendendoli
apatici e insofferenti, spingendoli all’atonia psichica e al nichilismo
inconcludente e piagnucoloso.
Abbiamo
le risorse, abbiamo una Storia alle spalle che è la base di partenza per la
Storia di mille altre culture e popolazioni, ed è sotto i nostri piedi, sepolta
sotto pochi metri di terreno ed eccola lì che spunta di tanto in tanto, con
qualche scavo stradale e desiderosa di ritornare a godere della luce del sole
anche decine di secoli dopo il suo ultimo contatto con la luce. Qualche colonna
dorica è lì a chiedersi “come è cambiata la città che ornavo? Cosa è venuto
dopo di me? Quanto è grande ora la mia città?. E se ancora delle colonne
sgomitano per tornare in luce, se delle tombe pregano per schiudersi al nuovo
mondo di questo secolo fresco e giovane e tornare a vivere e respirare aria
nuova, chi siamo noi per impedire alla Storia che anima le radici dei nostri
alberi genealogici di tornare a splendere insieme ai suoi discendenti? La
nostra Storia ci mostra così tanto amore, così ardita da vivere e splendere più
intensamente di quanto non faccia un’araba Fenice al rinascere dalle sue stesse
ceneri.
Il
ruolo naturale che ci spetta non è quindi far tacere questa fiamma im-mortale,
o tenerla come lume per noi stessi; siamo qui ed ora perché questa nostra
fiamma antichissima possa accendere gli animi di altre genti e altre persone,
siamo qui perché solo le nostre mani, saggiate in questo stesso fuoco che
portano, sanno tenere senza scottarsi una fiamma così carica di energia,
Storia, arditezza.
Amiamo
la nostra Storia per amare noi stessi. Amiamo la nostra città perchè la ami il
mondo.
Francesco Zippo
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