LA SETA NEI FONDALI DI TARANTO
Grazie alla sua seta spumosa e delicata, un tempo il
mare vestí re, imperatori e sacerdoti.
Sin dall'antichità i fondali marini di Taranto hanno
ospitato la pinna nobilis dalla quale, grazie alle mani attente degli
artigiani, si poteva ricavare la "seta del mare", il Bisso.
Questo mollusco produce dei filamenti dai quali,
grazie ad un accurato trattamento, si può ricavare un tessuto serico.
Una delle più importanti industrie della produzione
del Bisso fu creata da una donna tarantina nei primi anni del XX secolo.
La realizzazione di tessuti e ricami intensiva; avveniva
per mezzo di un attrezzo chiamato "perlegium", il perneutico.
Tramite questo attrezzo il pescatore poteva afferrare
la pinna nobilis.
Alla fine della procedura preliminare, un processo di
colorazione conferiva al filato la colorazione porpora.
Nel tarantino la porpora era prodotta a partire dai
succhi di due diversi murici, uno turchino e uno rosso, la cui mescolanza dava
come risultato il color porpora e tante altre tinte pregiatissime, prima fra
tutte la tinta viola.
I tessuti creati dal Bisso furono tanto preziosi da
vestire esclusivamente nobili, sovrani e delle vesti femminili leggere e tinte
col colore porpora, chiamate "Tarantinidie", che durante il
neoclassicismo suscitarono ammirazione e stupore.
Della produzione tarantina di tessuti pregiati restano
vari esempi che sono custoditi nei musei di Berlino e di Chicago .
Francesca Caroli
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